Ci troviamo nel cuore della Quaresima, quel “tempo di grazia” in cui, come ci ricorda Papa Francesco, “il deserto può diventare, ancora una volta, il luogo del nostro primo amore” (Messaggio Quaresimale 2024). Un periodo di 40 giorni che rappresenta un cammino attraverso il deserto della vita, una chiamata a lasciarci alle spalle ciò che ci opprime per riscoprire la vera libertà.
In questo percorso spirituale, siamo invitati ad essere come il lievito nella farina, agenti di trasformazione e rinnovamento nelle nostre comunità. “Attraverso il deserto Dio ci conduce alla libertà”, ci esorta il Santo Padre, sottolineando la Quaresima come un’opportunità di conversione e rinnovamento interiore.
Eppure, il cammino verso la libertà è una sfida costante, un percorso che richiede conversione e lotta contro gli idoli che ci tengono prigionieri. “Vero è che il Battesimo ha iniziato il nostro processo di liberazione, eppure rimane in noi un’inesplicabile nostalgia della schiavitù” (Messaggio Quaresimale 2024).
Per questo, Papa Francesco ci invita a “rallentare e fermarci” in questo tempo di Quaresima, per riscoprire la dimensione contemplativa della vita e liberarci dai legami che ci imprigionano. La preghiera, l’elemosina e il digiuno sono “un unico movimento di apertura e svuotamento di sé”, attraverso il quale possiamo “gettare via gli idoli che ci appesantiscono” (Messaggio Quaresimale 2024).
Essere lievito di libertà significa anche aprire gli occhi sulla realtà e ascoltare il grido dei nostri fratelli e sorelle oppressi. “Dove sei?” e “Dov’è tuo fratello?” sono le domande che dovremmo porci costantemente, per non rimanere indifferenti di fronte alle sofferenze altrui.
Il Pontefice sottolinea l’importanza della dimensione comunitaria di questo cammino di conversione. Come Chiesa sinodale, siamo chiamati a prendere decisioni concrete, capaci di “alterare la vita quotidiana delle persone e delle intere comunità” (Messaggio Quaresimale 2024), contribuendo al miglioramento della società e all’inclusione di coloro che sono emarginati.
In conclusione, Papa Francesco ci esorta a vivere la Quaresima con coraggio e speranza, vedendo il nostro mondo “non come alle sue estreme conseguenze, ma in un processo di gestazione, non alla fine ma all’inizio di un grande nuovo capitolo della storia” (Messaggio Quaresimale 2024). Essendo lievito di libertà, possiamo contribuire alla nascita di una nuova umanità, più libera e fraterna.