Sr. Maria durante una delle sue visite alle comunità cristiane.
Sr. Maria De Coppi nasce a S. Lucia Di Piave (TV) il 23 novembre 1939, da Abramo e Ginevra Casagrande.
Seconda di sette figli in una famiglia di contadini, vive la sua fanciullezza tra i campi della Pianura Veneta.
I genitori coltivano la terra; la mamma ha sempre un piccolo orto per i bisogni della famiglia e Maria riceve da lei la passione per la terra, amandola, coltivandola e raccogliendone i frutti. Continuerà questa sua passione anche in Mozambico, insegnando a coltivare alle ragazze, alle madri, ai giovani, e a raccogliere verdura e frutta per mantenersi e mantenere con dignità la propria famiglia.
I genitori hanno una grande fede e bontà che inculcano costantemente ai figli. Racconta la sua sorella maggiore, Dina: “A volte litigavamo, come accade tra bambini…. Mia mamma ci riprendeva con bontà ricordandoci che “la cosa più bella è volersi bene e aiutarsi”. Questo era il suo rimprovero…È questa è la scuola di vita dove Maria cresce nella sua personalità, attenzione, ascolto di situazioni e persone e senso di giustizia.
Da piccolina, frequenta le classi di catechismo per la preparazione alla prima Comunione. Il Parroco la nota tra le tante per la sua attenzione e le chiede di aiutarlo a insegnare catechismo…. Maria comincia subito a impegnarsi per il Signore, continuerà da adolescente, poi da giovane e non smetterà più…
Membro dell’Azione cattolica, insieme alla sorella Dina, partecipa un giorno ad una riunione. Ascolta con interesse quanto il Sacerdote spiega e … il 25 marzo 1958, a soli diciannove anni, lascia la famiglia e si reca a Verona, presso l’Istituto delle Suore Missionarie Comboniane “Pie Madri della Nigrizia” per iniziare il cammino di formazione che la porterà alla consacrazione religiosa e missionaria.
Il 29 settembre 1960, infatti, fa la prima Professione Religiosa come Suora Missionaria Comboniana.
Sr. Maria rimane ancora per un anno a Verona come studente, per migliorare la sua preparazione professionale; va anche per un tempo a Bergamo per una breve esperienza come insegnate nell’asilo delle Suore.
L’anno seguente la vede in Portogallo, per imparare la lingua portoghese e quindi, il 7 agosto 1963 parte finalmente per la missione: MOZAMBICO.
Il suo primo viaggio lo ricorderà per sempre: interminabile, 31 giorni sul mare, su una nave portoghese portata dalle onde e dal vento, giorni lunghi e un mare infinito, quasi circumnavigando l’Africa. Quando finalmente arriva scrive alla famiglia: “Sono arrivata! Sono felice! Il viaggio è stato troppo lungo. Forse non lo ripeterò più. Resto qui…”
In Mozambico, in realtà, trascorre quasi tutti suoi 59 anni di vita religiosa. Tranne i cinque anni vissuti a Brescia, dal 2001 al 2005, come Superiora della Comunità del Noviziato e Assistente della Formatrice, la sua vita è in Mozambico e mozambicana diventa anche di fatto, ricevendo la cittadinanza mozambicana. Per questo popolo vive, prega, spera, lavora, si impegna… Ama la gente come madre e sorella… e tale resterà per il popolo mozambicano continuando a intercedere per loro.
Ricordando Sr. Maria emergono tratti particolari di lei:
Donna del suo popolo – Sr. Maria si sente subito una con la gente e cammina con loro, vivendo insieme ogni avvenimento… Arrivata durante il tempo in cui il Mozambico era una colonia portoghese, vive con il popolo la guerra per l’indipendenza, poi la guerra civile, sempre sperando con la gente che la pace arrivi.
Così racconta: “Questa terra mi ha dato tante cose buone e belle. Ho vissuto momenti molto forti e difficili: ricordo un’imboscata che ho subito; quel giorno morirono 17 persone. Viaggiavamo in un convoglio; poi gli spari, tutti tentarono di fuggire e anch’io scesi dalla macchina per sdraiarmi per terra ed evitare la raffica di pallottole che tagliava l’aria. Ricordo che gridai al Signore di salvarmi, di non farmi morire lì. E il Signore mi rispose attraverso l’attenzione di un soldato che mi chiese se fossi ferita. Poi mi trascinò dietro un termitaio ma continuò a tenermi d’occhio finché i guerriglieri se ne andarono. Poi venne da me. Era un sentiero con sabbia. Io ero senza sandali, senza occhiali, aveva perso un po’ tutto… Lui mi caricò sulle spalle e mi portò fino dove già non c’era più pericolo, dove c’era un altro gruppetto di gente. Poi andò a prendere la mia macchia e io partii. Salva.
Poi, il momento forte della pace, della ricostruzione, con il popolo pieno di vita, padrone della propria terra, libero di coltivare, viaggiare, costruire, sognare, di vedere i figli crescere…in PACE.
Ricordo che erano otto o dieci giorni che era stato firmato l’accordo di pace. Ero nella missione di Meconta. L’ospedale era pieno di gente, anche di militari che venivano a curarsi. Un catechista venne a informarci che stava arrivando il gruppo RENAMO e avvisare la gente di non scappare perché ormai c’era la pace. Tutti però avevano paura; anche i militari presero i loro fucili, pronti…
Io li supplicavo di non sparare. Li vedo ancora venire avanti, entrare nella missione, porgerci la mano ripetendo la parola ‘pace’.
“La guerra è finita, la guerra è finita”. Sembrava un sogno.. E subito dopo le donne che erano venute all’ospedale, presero i loro cesti con i loro piccoli pani da loro preparati per offrirli. Vedo un soldato che va a comprarne altri insieme ai fagioli e li offre ai guerriglieri. Poi tutti si abbracciano. Chi era scappato comincia a ritornare… è stato un momento bellissimo… Abbiamo danzato di gioia, danzato la pace. Che bella la Pace: tutti insieme. Tutti fratelli.
Ma è durata poco…
Donna della solidarietà – In Mozambico ci sono grandissimi giacimenti di gas che lo rendono potenzialmente il terzo produttore in Africa. Il gas attira gli investimenti internazionali, con la presenza di Total, Eni, Cnpc, ExxonMobil in Cabo Delgado ma provoca anche una guerra di bassa intensità che da ottobre 2017 ha causato morti e sfollati a migliaia.
La gente, costretta dal governo di Maputo a lasciare tantissime zone dove vengano installati progetti di estrazione… devono cercarsi casa altrove… In questa realtà di povertà e ingiustizia, si è inserita l’influenza islamista di predicatori stranieri che hanno alimentato una guerriglia di miliziani shabaab (i giovani). Vogliono soprattutto il controllo del territorio e delle risorse locali a tutti i costi: arrivano e uccidono chiunque, ammazzano e distruggono; rubano chiese e distruggono le scuole. Sr. Maria è accanto al popolo che soffre per le ingiustizie e partecipa a quanto il popolo vive, ascoltando, incoraggiando, portando speranza.
Ma non può tacere. Quando scrive, quando rientra in famiglia, parla di questo. La gente deve sapere, bisogna intervenire, denunciare! E lo fa fino all’ultimo, fino alla sua ultima visita in Italia per salute, lo scorso novembre 2021.
Donna della Parola – Il suo servizio, per anni è nella pastorale, nella formazione dei leaders, dei catechisti, delle donne, dei responsabili di Comunità. Gira molto le comunità. Non si ferma mai. Sente il desiderio di Dio e lo vuole condividere. Vuole raggiungere tutti perché tutti crescano nella conoscenza e nell’amore di Dio che cambia la vita. Dove a volte il sacerdote manca per tempi lunghi lo sostituisce quasi in tutto: ama molto questo servizio e lo svolge con passione e amore per Dio e per la gente.
Dal 1984 al 1990 le viene chiesto il servizio di leadership nella Congregazione come Superiora Provinciale. Sr. Maria continua i suoi viaggi e la sua preghiera accompagnando le Sorelle nella loro realtà di ogni giorno, raggiungendole nelle loro comunità e incoraggiandole. È il tempo difficile del conflitto tra Renamo e Frelimo e lei non lascia sole le sue Sorelle, cercando di essere presente un po’ in ogni Comunità, forte della Parola del Signore che porta nel cuore.
Donna della Laudato Si’ – Sr. Maria riceve dai genitori, come eredità, anche l’amore per la terra e lo trasmette alla sua gente. Incoraggiando a coltivare, regala i semi per cominciare quando la gente non ha proprio niente, spende giornate con loro sui campi, arando e seminando. Gioisce con loro per i raccolti ma anche per la dignità e autostima che vede crescere nella gente.
Donna dell’ascolto – Negli ultimi anni, in cui gode di meno salute e non riesce a raggiungere le cappelle, il suo servizio più grande, che intensifica, è l’ascolto. Accoglie le persone, le ascolta, passa del tempo con loro, sa entrare nei loro cuori e nelle loro situazioni. La gente va a trovarla e con semplicità condivide con lei quanto ha in cuore. Lei non dice molto ma la gente se ne riparte risollevata. È stata accolta dalla loro Madre e Sorella.
Poi, la sera di martedì 6 settembre 2022 Sr. Maria è in cappella e prega. Il Signore è la sua Forza e il suo Tutto.
È preoccupata: troppi disordini, guerriglie, persone che scappano ….
Nella preghiera sente il desiderio di chiamare la nipote, Sr. Gabriella Bottani, anche lei Missionaria Comboniana. Non la trova e le lascia un messaggio vocale, chiedendo preghiere e raccontando la sua preoccupazione e sofferenza per la guerra. Perché tanta sofferenza? Perché non si può vivere “aiutandosi e volendosi bene” come la esortava sua mamma?
La nipote la richiama quasi subito. Parlano insieme un paio di minuti… poi alcuni spari, una voce mite che invita alla calma … altri rumori forti…. La vita di Sr. Maria si chiude sulla terra per aprirsi in Cielo.
Riposa in pace.