Trasformate dal nostro carisma, discepole missionarie verso le periferie esistenziali”.
Celebriamo la chiusura del giubileo nell’Avvento: un tempo di silenzio e di ascolto. Tempo di speranza e di attesa.
Il Signore non tarderà … Il Signore viene… e viene in silenzio, dentro la nostra situazione di oggi, mentre ci apprestiamo a ricevere un dono prezioso: gli Atti Capitolari.
In questo giorno, attraverso gli Atti Capitolari ci viene consegnato ancora una volta “il lievito Madre” il lievito originario che si tramanda di generazione in generazione perché il carisma continui ad essere generato e fruttificare.
Comboni è stato lievito. Ha generato il Lievito Madre che nel corso di questi 150 anni è diventato pane di vita…., forza nel cammino. È il lievito del carisma che oggi ci viene nuovamente affidato per impastarlo nelle nostre realtà ovunqu siamo , perchè continuii a diventare pane per tutti.
Il lievito è nascosto. Ma ha una sua visibilità. Si vede che lavora in silenzio e traforma la pasta che diverrà pane pronto ad essere condiviso; un pane “che attira e da vita agli affamati ” perché ha profumo e sapore, ed è la forza per il camino.
Il lievito è un elemento Riconoscerlo anzitutto come unico punto vitale senza il quale la farina, l’acqua il sale non prenderebbero vita. Il lievito è la vita, la vitalità che immersa e nascosta nella pasta generea vita nuova.
Il lievito è “l’unico ingrediente vivo e, poiché è vivo, ha la capacità di influenzare, condizionare e trasformare l’intera pasta”. È quella forza viva che da vita senza essere vista… e questa modalità segna il cammino nel processo di trasformazie a cui oggi il capitolo ci invita
Il lievito trasforma nel silenzio, all’interno. La lievitazione, la trasformazione avviene nel silenzio, così come l’opera del regno di Dio nel suo lavorio interiore.
Chi, infatti, ha potuto ascoltare il lievito mentre agisce sulla farina e sulla pasta in cui è stato messo, mentre fa lievitare l’intera massa?
Il lievito è invito alla pazienza, al saper aspettare i tempi di maturazione, a coinvolgerci e a coinvolgere tutte, ad attendere con l’orecchio teso all’ascolto quella Parola che il Signore pronuncia per noi.
Il lievito è un invito a rimane dentro la pasta e per iniziare il processo di trasformazione. Non sta ai margini, sta dentro
Un avvertimento anche per noi discepole del regno: se vogliamo cercare davvero il Regno di Dio e trovarlo, non possiamo fare altro che restare dentro la pasta che il mondo rappresenta; immergersi sempre di più dentro quella pasta e sentirsi pasta insieme alla pasta senza avere l’arroganza di sentirsi il lievito perché il Lievito è il carisma, noi siamo solo strumenti di trasformazione.
Sentiamoci quindi non solitarie pellegrine di un cammino personale, ma chiamate insieme agli altri ad accogliere il lievito, il fermento che trasforma la vita, che la rende nuova, ricca, bella, compiuta, luminosa.
Il lievito è segno della custodia carismatica. Ottenuto dalla pasta madre – invita a saper custodire, al non consumare tutto ma a mettere da parte qualcosa per affidarlo alle prossime generazioni del domani in cui il patrimonio del passato diventa pegno per il futuro
Il lievito invita a sporcarci le mani nella realtà del presente perché’ tutti siano coinvolti nella forza vitale del carisma. Nessuno possiede il lievito del carisma per sé stessa…. Ma per mischiarlo nel mondo ovunque siamo, con i popoli che ci accolgono facendo causa comune.
Il lievito ci chiama ad’un cammino di trasformazione ci mette in movimento, un cammino, che ci mette in discussione come singole e come congregazione , che non ci fa sentire arrivate, ma ci fa riscoprire chi siamo veramente e a cosa siamo chiamate.
Il lievito ci insegna l’umiltà Il lievito opera con discrezione. Una volta mescolato nella farina, non è più visibile, si nasconde nella pasta e silenziosamente la fa lievitare. È l’umiltà che deve segnare il nostro passo in questi prossimi anni. Solo la costanza di camminare insieme ci porta alla meta che il Capitolo ci indica.
È il lievito che ci aiuterà a preparare il pane per la missione che il Signore ci affida pane fragrante e profumato, un pane tutto da gustare, che sappia di buono, di caldo e di vivo, un pane che sappia di relazione e di incontro, un pane che raggiunge soprattutto e prima di tutto I poveri e gli esclusi, gli emarginati, gli sfruttati nelle periferie esistenziali perché anche loro abbiano vita e vita in abbondanza.
In questi 150 anni le nostre Sorelle che ci hanno preceduto hanno conservato di generazione in generazione il Lievito Madre…. Lo hanno impastato con le realtà del Regno che ci pone a fianco dell’umanità ferita ed emarginata, è diventato pane spezzato per tanti Fratelli e Sorelle.
Oggi questo lievito viene affidato ancora una volte a noi…. A noi trasformarlo in pane di vita.
Commissione Anno Giubilare – SMC