In occasione della celebrazione dei 150 anni di fondazione dell’ Istituto delle Suore Missionarie Pie Madri della Nigrizia, meglio conosciuto come Suore Missionarie Comboniane, raccontiamo la vita di Fortunata Quascè, per fare omaggio, oltre che a lei, a tutte le donne che, da laiche e da religiose, hanno abbracciato il messaggio di Daniele Comboni e che continuano a diffonderlo in giro per il mondo. A loro e a tutte le giovani, africane e non, che lottano contro le nuove forme di schiavitù è dedicato questo libro.
Fortunata Bakhita Quascè (1845-1899) è stata la prima Pia Madre della Nigrizia sudanese. Per lungo tempo, la storia della sua vita è passata sotto silenzio. Perché era una donna, in un’epoca in cui ancora contavano di più le voci maschili. Perché era africana. Perché da missionaria aveva vissuto la drammatica esperienza della prigionia in mano ai seguaci del Mahdi, una difficile pagina per la storia della Chiesa in Sudan.
In realtà, seguendo il filo della sua esistenza, oggi Fortunata ci appare come una figura straordinaria, che merita assolutamente di essere riscoperta. Rapita da bambina dei trafficanti di schiavi e liberata da un sacerdote italiano, studiò a Verona, dove conobbe Daniele Comboni scegliendo di aderire al suo progetto di “salvare l’Africa con l’Africa”. Tenace e preparata – parlava e scriveva in italiano e arabo – fece ritorno nel suo continente d’origine per essere istitutrice, un impegno portato avanti con passione fino alla fine dei suoi giorni, dapprima come laica, poi come donna consacrata. Consapevole che la fede e il sapere potevano migliorare la vita delle persone e offrire la prospettiva della salvezza, dedicò tutte le sue energie all’educazione delle bambine.
Durante la prigionia mahdista, i suoi aguzzini si accanirono in particolare contro di lei: non potevano comprendere come mai un’africana come loro abbracciasse una religione percepita come straniera. Fortunata seppe resistere a ogni tortura, dimostrando la sua grande forza umana e spirituale. Oggi diremmo che fu un’eroina, ma forse lei non approverebbe. Nel corso della sua vita, ha sempre scelto di compiere il suo dovere con dolcezza e con umiltà, rifuggendo da ogni piedistallo, senza però venire meno allo spirito del messaggio comboniano che, come donna e come africana, le riconosceva un ruolo importante nella rinascita del continente.
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BIOGRAFIA DELL’AUTRICE
Maria Tatsos, di origine greca, è giornalista professionista freelance, scrittrice e ghostwriter. Per Paoline ha pubblicato il romanzo storico La ragazza del Mar Nero. La tragedia dei greci del Ponto (2016) e Mai più schiavi (2018). Laureata in scienze politiche, è da sempre attenta al tema dei diritti umani e alla storia delle donne. Collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e tiene corsi di scrittura autobiografica.